Cercasi volontari. O comunque persone disponibili a mettere il proprio tempo a servizio degli anziani. L’appello parte dal centro residenziali anziani Scalabrin di Arzignano con una lettera, sottoscritta dal presidente Francesco Mastrotto e dal sindaco Giorgio Gentilin, inviata a tutte le associazioni di volontariato, che sono decine. Dagli alpini ai marinai, dalla Pro loco, a Casa Dalli Cani, dall’Università adulti alla S. Vincenzo. E poi Lions Club, Movimento Diritti del malato, Associazione Noi S. Bortolo, Unitalsi, Amici del Cuore, Moby Dick. Si chiede in primis la possibilità di attivare sinergie e un percorso comune “nell’interesse dei nostri anziani e della nostra società”. L’obiettivo è migliore qualità della vita al centro residenziale: allo Scalabrin sono ospitati circa 130 anziani e più di cento non sono autosufficienti. «Ci siamo sempre avvalsi di volontari e di pensionati che ci hanno dato una mano – spiega il presidente – fino ad inizio giugno abbiamo avuto anche un servizio di volontariato umano e spirituale delle suore dorotee che però hanno lascito Arzignano. Il campo di attività a supporto degli anziani oggi è molto vasto: dai momenti di gioco e letture, all’aiuto ai pasti per i non autosufficienti. Ma anche qualche ora di compagnia e un giro nel parco possono essere preziose». «Diventa però sempre più difficile - lamenta Mastrotto - trovare volontari disponibili in modo continuativo. Ne abbiamo meno di una decina. L’idea sarebbe di organizzare le attività con il nostro personale e poter contare su persone inserite in un progetto per migliorare la gestione degli ospiti». Una priorità per lo Scalabrin, dopo aver realizzato interventi di ristrutturazione e di adeguamento di strutture e locali. «Ora ci stiamo concentrando sulla qualità della vita degli ospiti – continua Mastrotto – la sfida che abbiamo davanti però non può essere vinta solo con un uso oculato delle risorse, sempre più scarse, e con un miglioramento ulteriore di efficienza gestionale, già elevata. Oltre all’invecchiamento progressivo degli ospiti e all’aumento della cronicità, c’è anche un cambiamento degli stili di vita delle famiglie, con legami sempre più fragili, e i nostri anziani così si ritrovano, soli, malati e in difficoltà». Al centro residenziale anziani Scalabrin i dipendenti sono 65 più cinque da agenzia interinale e tre medici convenzionati Ulss; la Casa Albergo è gestita dalla cooperativa Laerte, 45 operatori tra cui tre educatori e due psicologi, mentre per l’assistenza domiciliare ci sono altri 22 operatori. «La struttura merita attenzione – aggiunge il sindaco Giorgio Gentilin – perché sempre più ospiti gradualmente per la maggiore età e le cronicità complesse sono destinati a diventare non autosufficienti. E il supporto del volontariato diventa prezioso nella continuità assistenziale. L’appello è d’obbligo a fronte di un centro residenziale che si è rinnovato e su cui si sta completando l’iter per l’avvio dell’hospice. L’appello va soprattutto ai giovani ma anche agli anziani giovani, come valorizzazione della vecchiaia attiva e attenzione verso gli altri». • © RIPRODUZIONE RISERVATA