<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Mobilificio distrutto dall’incendio

I vigili del fuoco sono intervenuti a Val Liona per spegnere le fiamme al mobilificio Vigolo. ARCHIVIOI pompieri in azione nel capannone che ospitava i divani. VV.FF.
I vigili del fuoco sono intervenuti a Val Liona per spegnere le fiamme al mobilificio Vigolo. ARCHIVIOI pompieri in azione nel capannone che ospitava i divani. VV.FF.
I vigili del fuoco sono intervenuti a Val Liona per spegnere le fiamme al mobilificio Vigolo. ARCHIVIOI pompieri in azione nel capannone che ospitava i divani. VV.FF.
I vigili del fuoco sono intervenuti a Val Liona per spegnere le fiamme al mobilificio Vigolo. ARCHIVIOI pompieri in azione nel capannone che ospitava i divani. VV.FF.

Ha devastato il capannone pieno di divani in esposizione l’incendio divampato alla Vigolo Salotti la notte scorsa in via Carbonarola 26 a San Germano dei Berici, in territorio comunale di Val Liona. Ad andare a fuoco è stata la sede dove erano tenuti in conto vendita i salotti dell’azienda che fa capo a Giuseppe Vigolo, 84 anni, della zona. Sono stati tre i mezzi dei vigili del fuoco intervenuti per spegnere le fiamme sprigionatesi intorno alle 21.30 con le operazioni di soccorso che sono andate avanti fino a poco dopo la mezzanotte. All’opera nove pompieri delle squadre provenienti dal distaccamento di Lonigo e giunte in supporto da Vicenza che hanno utilizzato l’autoscala, un autobotte e l’autopompa serbatoio. In sopralluogo, anche i carabinieri di Sossano. Secondo quelle che sono le prime ricostruzioni dell’accaduto, con gli accertamenti che sono ancora in corso, l’incendio è originato dal laboratorio e in breve si sarebbe esteso al controsoffitto e di qui all’intera copertura, che ha un’estensione di circa 700 metri quadri e che è collassata. Le cause dell’innesco del rogo sono al vaglio dei tecnici dei vigili del fuoco. L’ammontare dei danni, che è in via di verifica, è aggravato dalla caduta di diversi detriti nell’area espositiva in cui si trovavano i divani e gli altri componenti d’arredo e dove oggi si vedono le vetrine rimaste annerite dal fumo. «Stento ancora a credere a quello che è successo – racconta Vigolo, avvisato dell’incendio dai vigili del fuoco che avevano ricevuto la chiamata da parte dei vicini -. Quando sono arrivato le fiamme erano quasi spente ma c’era ancora tanto fumo. Ho quasi fatto un colpo quando ho visto com’era ridotto il capannone, con tutti i divani dentro. Per fortuna, diciamo così, le fiamme sono state spente in poco tempo, altrimenti non oso pensare a quello che sarebbe potuto accadere oltre. Per un uomo della mia età è sconsolante vedere andare in fumo il frutto dell’attività di anni. Ho sempre lavorato sodo, senza risparmiarmi, anche in questi ultimi anni e adesso non so veramente che fare, ho perso tutto. Non voglio rassegnarmi perché non so stare con le mani in mano. Una volta i salotti li producevo anche, oltre che a venderli, ma non sono mai stato uno da salotto». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Matteo Guarda

Suggerimenti