<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Le filastrocche dei nonni fanno scuola in Europa

Le delegazioni che si sono riunite a Leiria a novembre. MAZZARETTO
Le delegazioni che si sono riunite a Leiria a novembre. MAZZARETTO
Le delegazioni che si sono riunite a Leiria a novembre. MAZZARETTO
Le delegazioni che si sono riunite a Leiria a novembre. MAZZARETTO

Le tradizioni locali fanno scuola in Europa. Accade a Barbarano Mossano grazie al progetto Erasmus+ che, dopo aver dedicato alla lotta alla xenofobia l’approfondimento degli ultimi tre anni, riparte adesso con “Recovering Roots To Grow Branches”, ovvero “Recuperiamo le radici per far crescere i rami”. Un progetto biennale che coinvolge quattro scuole europee e vede Barbarano, capofila dell’iniziativa, unico rappresentante dell’Italia. Hanno aderito anche la cittadina spagnola Coin Malaga, la portoghese Leiria e la greca Volos. Il programma è stato messo a punto in un meeting che si è svolto a novembre a Leiria al quale hanno partecipato la prof. Renata De Grandi vice preside dell’Istituto comprensivo e coordinatrice del progetto, gli insegnanti di musica Gianni Romagna e di tecnologia Erica Marobin. Sono previsti incontri e scambi tra scuole e una serie di attività volte al recupero e alla valorizzazione del patrimonio culturale legato in particolare alla musica e ai canti tradizionali. «Ancora una volta – spiega la prof. De Grandi – abbiamo una eccellente opportunità di confrontarci, vivere nuove esperienze e significative amicizie tra studenti e insegnanti di vari paesi europei. Il fine del progetto è accrescere nelle nuove generazioni la consapevolezza del valore del patrimonio culturale locale in quanto parte fondamentale delle proprie radici; trasmettere loro curiosità, conoscenze e competenze che li mettano in grado di attuare un percorso di recupero di tante tradizioni anche con modalità a loro più familiari, come le tecnologie e i social. Canzoni popolari, ninne nanne, melodie tradizionali in dialetto saranno raccolte, trascritte, riarrangiate ed eseguite dai ragazzi nei luoghi della musica del passato». Un progetto interdisciplinare che si svolgerà durante tutto l’anno scolastico e coinvolgerà anche gli insegnanti di lettere, musica, tecnologia per la registrazione dei materiali musicali, e i docenti di lingua inglese, lingua base del progetto di interscambio e necessaria per le didascalie della mostra. «Tutta la scuola che è a indirizzo musicale è coinvolta – ricorda la prof. De Grandi -. In questi progetti l’Ue chiede il coinvolgimento del territorio e la produzione di materiali usufruibili anche da altri. Noi stiamo attivando una collaborazione con il Comune, le associazioni culturali, le biblioteche, i musei etnografici, l’università della terza età, le case di riposo e soprattutto le famiglie con anziani, come fonti qualificanti della memoria delle tradizioni poetico-musicali, oltre ai commercianti, il Gruppo alpini e alcune famiglie per l’accoglienza delle delegazioni ospiti, 18 studenti e nove insegnanti, programmata dal 25 febbraio all’1 marzo». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Albano Mazzaretto

Suggerimenti