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Gelo d’aprile, danni per 5 milioni di euro

Un vigneto distrutto nella zona di Sossano dall’ultima gelataI danni provocati dal ritorno del freddo ai vitigni della zona
Un vigneto distrutto nella zona di Sossano dall’ultima gelataI danni provocati dal ritorno del freddo ai vitigni della zona
Un vigneto distrutto nella zona di Sossano dall’ultima gelataI danni provocati dal ritorno del freddo ai vitigni della zona
Un vigneto distrutto nella zona di Sossano dall’ultima gelataI danni provocati dal ritorno del freddo ai vitigni della zona

Cinque milioni di danni a patate, cipolle e ai vigneti. E’ la prima pesante stima delle perdite per l’agricoltura dell’Area Berica dovute alla gelata tardiva che l’altra mattina ha fatto risvegliare gli agricoltori con la consapevolezza che poche ore di temperatura notturna sotto lo zero hanno mandato in malora le prospettive della vendemmia e dei raccolti attesi da un intero anno. Sono mille gli ettari colpiti nelle campagne tra Pojana Maggiore, Asigliano, Agugliaro, Barbarano, Campiglia dei Berici e Sossano. Soltanto il pomeriggio del giorno prima, appena dopo Pasquetta, nei filari di Colloredo e verso Pojana e Asigliano si era abbattuta la grandine.

«I campi coltivati a patate e a cipolla perderanno in media tra il 60 e il 70 percento della produzione e lo stesso per i vigneti, invece per i seminativi, come il mais, il frumento e l’orzo, la perdita si aggira sul 30 percento - afferma Corrado Pozza, responsabile di Coldiretti della Zona di Noventa -. Questo vuol dire che, se le cose stanno così come sembrano adesso, sul migliaio di ettari complessivi coinvolti la perdita agricola in termini economici sarà pari a circa tre milioni di euro per patate, cipolle e seminativi e di un altro paio per i vigneti, compreso il 20 percento che si è perso nella Riviera Berica che è stata l’area meno colpita dal gelo».

La speranza dei coltivatori sta nel recupero vegetativo delle colture, nel timore tuttavia di altre gelate nei prossimi giorni, che piegherebbero del tutto una stagione già compromessa.

«Si spera almeno in un ricaccio delle gemme della vite con lo sviluppo di nuovi grappoli che andrebbe a mitigare il danno, e che il tempo sia mite – spiega Claudio Zambon, vicepresidente provinciale di Coldiretti di Vicenza -. Sul recupero da una brinata eccezionale come quella che c’è stata non c’è però sufficiente esperienza agronomica. Non tanto per la data, fine aprile, in cui è avvenuta, ma per la precocità delle vigne, che hanno un anticipo lo sviluppo di venti giorni, e quindi non si sa come si comporteranno e quanto potranno riprendersi».

E ieri, dopo la richiesta di riconoscimento dello stato di calamità naturale presentata l’altro giorno in Regione dal consigliere regionale Cristina Guarda (Amp), è stata presentata una seconda richiesta, per lo stato di emergenza, da parte dei deputati vicentini Filippo Crimì (Pd), primo firmatario, e dal collega di partito Federico Ginato, che hanno firmato un’interrogazione al ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina che sabato sarà a Vicenza.

«L’interrogazione – spiegano gli onorevoli - seguirà i tempi parlamentari, ma noi già sabato incontreremo il ministro, in occasione della sua visita, e gli presenteremo un quadro della situazione chiedendo di valutare la possibilità di interventi urgenti».

Matteo Guarda

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