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Referendum costituzionale

Scoppia il caso
delle «matite
cancellabili»

Una scheda elettorale con la matita e la gomma in un seggio
Una scheda elettorale con la matita e la gomma in un seggio
Una scheda elettorale con la matita e la gomma in un seggio
Una scheda elettorale con la matita e la gomma in un seggio

ROMA. La giornata del voto al referendum costituzionale è stata caratterizzata dal cosiddetto «caso matite»: molti, dopo un tam tam su Fb, sono arrivati al seggio armati di gomma per cancellare, per verificare l’alterabilità o meno del segno. L’allarme era partito dopo le denunce di comuni cittadini e quella del cantautore toscano Pierò Pelù che su Fb ha scritto: «La matita che ho usato per votare era cancellabile. Dopo aver provato su un foglio e averlo constatato ho denunciato la cosa al presidente del mio seggio. Fatelo pure voi».

«Pazzesco! Cominciano ad arrivare segnalazioni, le prima da Roma e Mantova, di matite elettorali che si possono cancellare con una semplice gomma! Irregolarità che sono state verbalizzate e in vari casi denunciate a Polizia e Carabinieri», ha reso noto anche il leader della Lega Matteo Salvini.

«I vecchi sanno come fare, noi anziani sappiamo come fare: nell’era digitale, succhiamo un attimo la matita», ha ironizzato Beppe Grillo. Prima di votare, il leader del M5S ha succhiato la matita che gli era stata consegnata insieme alla scheda. «La matita funzionava» ha poi detto all’uscita dal seggio. Il
Codacons ha annunciato che presenterà un esposto al ministero dell’Interno e in 140 procure. Ma il ministero dell’Interno, con una nota, ha spiegato che «le matite cosiddette «copiative» sono indelebili e sono destinate esclusivamente al voto sulla scheda elettorale». Le «Prefetture possono utilizzare anche le matite che sono rimaste in deposito dagli anni precedenti».

Una polemica, infine, ha caratterizzato la sede di Castelnuovo di Porto dove si svolgono le operazioni legate al voto dall’estero e dove sono stati allestiti circa 1500 seggi e un esercito di presidenti, scrutatori e rappresentanti di lista hanno paralizzato per chilometri la via Tiberina. Alcuni rappresentanti dei comitati del "No", in testa il M5s, hanno denunciato di essere stati esclusi per circa due ore dalle operazioni preliminari allo spoglio per degli errori formali «compiuti dalla Corte d’Appello». Nel tardo pomeriggio la replica della Corte d’Appello: l’errore è «imputabile solamente ai presentatori della richiesta», che, al momento di presentarsi alle porte del ’bunker’ di Castelnuovo, avrebbero indicato una denominazione di comitato diversa da quella con la quale avevano presentato gli atti. Irregolarità sono state segnalate anche dalla senatrice di Si Loredana De Petris. «Tutto regolare, si sta lavorando tranquillamente: creare allarmismi è da incoscienti - sostiene invece Patrizia Prestipino, rappresentante per il Pd - non ci sono irregolarità».

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